Cani
05 Maggio 2022 Una ricerca francese individua un legame tra la scelta dell’alimentazione (convenzionale o meno) e lo stile di vita che i proprietari adottano per i loro cani.
Da un po’ di tempo a questa parte, l’interesse per diete canine “grain free”, “homemade”, “crudistie” o “vegetariane” è in netto aumento. Tuttavia, queste tendenze nutrizionali destano preoccupazioni non solo in relazione ai rischi microbiologici per i proprietari e i cani quando sono coinvolti prodotti crudi ma anche in quanto molti dei nutrienti ‘alternativi’ possono rappresentare un rischio per alcune categorie di animali (come i cuccioli giovanissimi, gli esemplari anziani, o quelli affetti da patologie cardiache). In questo contesto diventa quindi sempre più importante che i veterinari stabiliscano un dialogo aperto nei confronti dei proprietari in modo da fornire supporto e consigli utili. La comunicazione, infatti, è fondamentale per una consulenza nutrizionale efficace ed esaustiva. Tuttavia, ad oggi, il profilo dei proprietari che alimentano cani con diete non convenzionali (NCD) rispetto al profilo dei proprietari che alimentano cani con diete convenzionali (CD) (cioè alimenti secchi/umidi per animali domestici) non è stato chiaramente definito. Vista l’importanza di riuscire ad operare tale distinzione, sul tema si è di recente focalizzato uno studio francese finalizzato a porre i presupposti per una buona comunicazione veterinario-cliente.
Lo studio
Si è proceduto con un sondaggio che ha coinvolto 426 intervistati, di cui il 15% viveva nella metropoli di Parigi e aveva più di un cane (media 1,72 cani). La popolazione canina era per la maggior parte castrata (63%) e di razza pura (68%). La dieta non convenzionale è risultata l’opzione esclusiva per il 38% degli intervistati, mentre il 55% ha dichiarato di utilizzare solo diete convenzionali (senza considerare le prelibatezze). Tra chi segue le diete convenzionali, il 47% ha detto di somministrare le quantità di cibo sulla base delle linee guida apposte sulla confezione, mentre solo il 28% ha affermato che la quantità gli era stata prescritta dal veterinario. Tra chi invece somministrava diete non convenzionali, il 65% ha dichiarato di essersi informato sulla formulazione delle ricette su Internet o in libri non veterinari. Inoltre, nel 72% dei casi, della NCD non venivano forniti integratori vitaminici e/o minerali. Diverse le abitudini anche al di là dell’ambito nutrizionale. Lo studio ha infatti evidenziato che i proprietari che utilizzavano NCD, rispetto a quelli che utilizzavano esclusivamente CD, molto più spesso non vivevano nella metropoli di Parigi, avevano una famiglia più piccola e un numero inferiore di figli. Inoltre, avevano più frequentemente altri animali a casa, tendevano a trattare meno i parassiti interni, e a portare a spasso i cani senza guinzaglio molto più spesso e più a lungo dei proprietari ‘più convenzionali’. Da queste evidenze, una delle prime conclusioni cui giunge lo studio è che i proprietari che utilizzano diete non convenzionali potrebbero essere più attenti alle esigenze etologiche del loro cane, e questo potrebbe essere un punto di partenza per i professionisti per ottenere una migliore comunicazione cliente-veterinario.
Hoummady, S., Fantinati, M., Maso, D. et al. Comparison of canine owner profile according to food choice: an online preliminary survey in France. BMC Vet Res 18, 163 (2022). https://doi.org/10.1186/s12917-022-03258-9
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