Professione
24 Giugno 2024Unaitalia ha annunciato la riconferma di Antonio Forlini alla Presidenza per il triennio 2024-2027, con un impegno verso la sicurezza alimentare e il dialogo basato su evidenze scientifiche
Antonio Forlini è stato riconfermato Presidente di Unaitalia, l’associazione di riferimento per il settore delle carni avicole. Forlini ha dichiarato che il prossimo triennio sarà dedicato a promuovere un dialogo all’interno dell’Unione europea libero da ideologie e basato sulle evidenze scientifiche. Il settore, che ha visto una crescita di fatturato e consumi, si prepara ad affrontare le sfide del cambiamento climatico e delle instabilità geopolitiche, mantenendo come priorità la disponibilità di proteine accessibili per i consumatori.
La nomina
Giovedì 20 giugno, durante l’Assemblea dei Soci, Antonio Forlini è stato riconfermato per il triennio 2024-27 alla presidenza di Unaitalia, l’associazione di riferimento per il settore delle carni avicole. Un comparto che conta 64.000 addetti e un fatturato di 7,5 miliardi (+2,7% sul 2022) a fronte di una produzione di 1.328.600 tonnellate di carni bianche e 12,3 miliardi di uova. Nel corso dell’Assemblea è stato riconfermato alla guida del Comitato Uova di Unaitalia Ruggero Moretti, amministratore delegato di Cascina Italia spa e presidente dell’Associazione europea dei produttori di uova (EEPA, European Egg Processors Association).
Chi è Antonio Forlini?
Teramano, classe 1960, Forlini ha una laurea in Giurisprudenza e un master MBA alla Bocconi di Milano. Dal 1996 è dirigente del Gruppo Amadori, nel quale ha ricoperto diverse responsabilità manageriali.
“Ringrazio tutti i soci per la fiducia rinnovata nei miei confronti” ha dichiarato il Presidente. “Dopo 2 anni difficili caratterizzati dall’aviaria, oggi il settore gode di buona salute: nel 2023 abbiamo recuperato l’autosufficienza, ora al 105,5%, grazie a una produzione in crescita del 7,7% a volume e del 2,7% a valore. E il primo quadrimestre 2024 vede una crescita media a volume del 6,7%. Ma lo scenario non si presenta del tutto roseo. Gli effetti del cambiamento climatico, il protrarsi del conflitto in Ucraina e l’inasprimento dello scontro in Medio Oriente hanno reso sempre più instabili gli andamenti del commercio globale. Il settore ha davanti sfide molto complesse che vanno dai dossier europei sul benessere animale a uno sviluppo sostenibile del comparto basato su un punto di equilibrio tra sostenibilità ambientale, economica e sociale. Bisogna preservare la disponibilità per i consumatori delle proteine più democratiche e facilmente accessibili, ovvero carni bianche e uova. Nel prossimo triennio lavoreremo affinché in Ue si pongano le basi per un dialogo col settore libero da ideologie e basato sulle evidenze scientifiche, augurandoci che la politica possa mettere al primo posto sicurezza e autosufficienza alimentare, garantendo una reciprocità di regolamentazione anche rispetto ai competitor internazionali”.
I numeri del settore
Nel 2023, il fatturato industriale si è attestato a 7,5 miliardi: nello specifico 5,18 miliardi per le carni avicole e 2,3 miliardi per le uova.
La produzione di carne avicola si attesta a 1.328.600 tonnellate, di cui 1.019.100 tonnellate solo di pollo (+4,3% rispetto al 2022) e 272.600 di tacchino (+24,5%). Sono cresciuti i consumi apparenti pro-capite, arrivati a 21,38 kg (+2,9% sul 2022), confermando la passione degli italiani per le carni bianche, che continuano ad essere le più amate con il 35% degli acquisti domestici. La carne avicola piace anche all’estero: dopo un 2022 difficile, l’export è tornato a crescere del 25% con 191.500 tonnellate.
Nel 2023 cresce anche la produzione di uova, garantita da circa 42 milioni di galline ovaiole accasate in circa 2.900 allevamenti: in totale le uova prodotte sono 12,3 miliardi (+6,8% rispetto al 2022), pari a circa 776.000 tonnellate. Nel 2023 abbiamo consumato 12 miliardi 652 milioni di uova (-2,6% sul 2022), pari a 214,5 uova a testa (13,5 chili pro-capite). Buono il livello di autoapprovvigionamento del settore, pari al 97,4%.
Secondo i dati dell’Anagrafe Nazionale, la quota di uova provenienti da galline in gabbie arricchite è scesa del 25,5% tra il 2019 e il 2024, risultando notevolmente inferiore alla media europea (39,2%), mentre aumenta la quota di quelle allevate a terra (+3,7% sul 2022). A fine 2023, il 55,6% dei capi in deposizione è stato allevato “a terra”, il 34,5% in allevamenti con “gabbie arricchite”, il 5,1% in allevamenti all’aperto e il 4,8% in allevamenti biologici.
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