Farmaci
20 Giugno 2024Nel 2022 il consumo di antibiotici in Italia è aumentato del 25% rispetto al 2021. Il rapporto dell’Agenzia Italiana del Farmaco riporta l’andamento dei consumi e della spesa dei farmaci per uso umano, includendo anche un’analisi degli antibiotici per uso veterinario
Nel 2022 oltre il 30% degli italiani ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici, con un incremento dei consumi del 25% rispetto al 2021. Un aumento che è stato osservato anche nel primo semestre del 2023. Il consumo si alza con l’avanzare dell’età, raggiungendo il 60% negli over 65, e risulta maggiore al Sud, con una spesa pro capite doppia rispetto al Nord. Questi alcuni dei dati che emergono dal Rapporto L’uso degli antibiotici in Italia – 2022, a cura dell’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), che comprende anche una sezione dedicata all’uso veterinario, nata con l’obiettivo di integrare la sorveglianza in ottica One Health. Per quanto riguarda il settore veterinario, invece, i dati si confermano in controtendenza.
I dati in umana
Il report dell’Aifa analizza, nell’ambito dei consumi in regime di assistenza convenzionata, le prescrizioni nella popolazione pediatrica e negli anziani e le prescrizioni di fluorochinoloni in sottogruppi specifici di popolazione. Inoltre, include anche gli acquisti privati di antibiotici di fascia A, il consumo di antibiotici non sistemici, e l’uso degli antibiotici in ambito veterinario.
Secondo i dati del rapporto, nel 2022 più di 3 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici, con una prevalenza che aumenta all’avanzare dell’età, raggiungendo il 60% negli over 85. Quasi il 90% del consumo di antibiotici a carico del Sistema Sanitario Nazionale (Ssn) viene erogato in regime di assistenza convenzionata, cioè dispensato dalle farmacie territoriali pubbliche e private e quindi rimborsato.
Dopo la riduzione del 2020-2021, legata alle misure di contenimento per la pandemia, c’è stata una risalita costante dei consumi: nel 2022 si è registrato un incremento del 25% dei consumi rispetto al 2021, che prosegue anche nel primo semestre del 2023. I maggiori livelli d’uso si riscontrano per gli uomini nelle fasce più estreme, per le donne nella fascia tra i 20 e i 69 anni. Nella popolazione pediatrica i maggiori consumi si concentrano nella fascia di età compresa tra 2 e 5 anni, in cui circa 1 bambino su 2 riceve almeno una prescrizione di antibiotici.
A fronte di un consumo complessivo a livello nazionale di 21,2 DDD (Dosi Definite Die, ovvero la dose necessaria a coprire una giornata di terapia nell’adulto)/1000 abitanti die, anche nel 2022 si confermano le differenze tra regioni e aree geografiche già osservate negli anni precedenti, con livelli di consumo superiori al Sud rispetto al Nord (24,4 vs 18,7 DDD/1000 abitanti die). Analogamente ai consumi, la prevalenza d’uso del Sud (43,3%) è nettamente superiore a quella del Nord (28,9%).
I dati in veterinaria
Per il secondo anno consecutivo, la Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari ha condotto un’analisi dei dati sul volume delle vendite e sull’impiego dei medicinali veterinari contenenti agenti antibiotici, relativi all’anno 2022, con la finalità di realizzare, con un approccio graduale, l’integrazione tra i dati sull’impiego di antimicrobici nell’uomo e quelli negli animali, in linea con le raccomandazioni internazionali ed europee. L’obiettivo è creare a livello nazionale un modello integrato di sorveglianza dell’uso degli antibiotici in ambito umano e veterinario (One Health), come definito nel Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza (PNCAR) 2022-2025.
Nel settore degli animali da compagnia il monitoraggio delle vendite degli antibiotici tiene conto soltanto dei milligrammi di principio attivo; per le specie animali destinate alla produzione di alimenti, milligrammi di principi attivi su unità di correzione della popolazione animale “a rischio di trattamento con agenti antibiotici” (Pcu, Population Correction Unit).
In linea generale, per il 2022 i volumi delle vendite di medicinali veterinari contenenti agenti antibatterici risultano in lieve decremento rispetto all’anno precedente (-3%). È confermata la distribuzione percentuale delle vendite totali di antibiotici tra le specie animali da compagnia. La popolazione canina (59%) è la più rappresentata. A seguire, troviamo gli equidi con status non destinato alla produzione di alimenti per il consumo umano (Ndpa), con il 29%, e la popolazione felina, che rappresenta il 10% delle vendite totali di antibiotici. Soltanto il 2% è destinato furetti, rettili, conigli, uccelli, anfibi e altre specie.
Per tutte le specie animali da compagnia, le classi di antibiotici più prescritte e vendute sono le penicilline (36,5%), i macrolidi (19,1%), le cefalosporine di 1agenerazione (14,2%), gli aminoglicosidi (10,4%) e i sulfamidici (insieme al trimetoprim) (9,6%). In particolare, gli aminoglicosidi rimangono le classi più utilizzate negli equidi Ndpa, con una percentuale stabile rispetto al 2021, così come nei cani e gatti le penicilline, le cefalosporine di 1° generazione e i macrolidi. Gli antibiotici classificati come critici per la medicina umana (cefalosporine di 3ae 4agenerazione, fluorochinoloni e altri chinoloni e polimixine) rappresentano una porzione minima delle vendite totali (4,7%). Tra questi, i fluorochinoloni sono quelli più impiegati nelle categorie cane, gatto e “altro”, dove rientrano anche gli animali esotici, con percentuali rispettivamente del 3%, 9% e 7%, valori inferiori rispetto ad altre classi antibiotiche di prima o seconda scelta.
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