Alert sanitari
17 Maggio 2024Nel 2023, 14 Stati membri dell’Unione europea sono stati colpiti da Peste suina africana, registrando un aumento di cinque volte il numero dei focolai infettivi nei suini domestici rispetto all’anno precedente. L’Efsa suggerisce di dare priorità alla sorveglia passiva della malattia
Nel 2023, 14 Stati membri dell’Unione europea (Ue) hanno registrato casi di Peste suina africana (Psa), vedendo quintuplicato il numero focolai nei suini domestici rispetto all’anno precedente. Se Croazia e Romania hanno notificato il 96% dei focolai, il virus è stato introdotto anche in Svezia, si è diffuso in nuove aree d’Italia ed è riapparso in Grecia. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha pubblicato una relazione epidemiologica annuale, raccomandando la sorveglianza passiva e sottolineando l’importanza del ruolo di agricoltori e veterinari per monitorare la diffusione della malattia.
Analisi dei dati
Nel corso del 2023, 14 Stati membri Ue hanno registrato casi di Psa, tra cui Croazia, Svezia (dove la malattia è emersa con focolai di cinghiali selvatici) e Grecia, che era indenne dal 2021. Il numero di focolai rilevati tra i suini domestici è stato cinque volte superiore a quello del 2022, raggiungendo un livello simile a quello del 2019. Nei cinghiali, invece, i casi sono aumentati del 10%, con notevoli variazioni tra i diversi Paesi. Nonostante questi aumenti, però, la dimensione delle zone di restrizione è rimasta stabile.
La moltiplicazione dei focolai è stata determinata principalmente dall’introduzione e dalla successiva diffusione della Psa in Croazia e dalla sua recrudescenza in Romania, Paesi che rappresentano il 96% (1.929) dei focolai totali. Tutti i focolai nei suini domestici sono stati stagionali, con l’88% segnalato tra luglio e ottobre. La maggior parte è stata rilevata attraverso il sospetto clinico (94%); seguono la tracciabilità degli stabilimenti colpiti (3%) e i test settimanali su almeno due suini morti negli stabilimenti (3%).
Un picco invernale è stato osservato solo Polonia, Slovacchia e Ungheria. La situazione epidemiologica dei cinghiali è migliorata in Germania e Ungheria, come suggerito dalla diminuzione del numero di focolai e della percentuale di campioni PCR-positivi provenienti da cinghiali morti.
Complessivamente, il 31% delle carcasse di cinghiali rinvenute durante la sorveglianza passiva è risultato positivo alla PCR, il che rappresenta il 69% dei focolai di Psa nei cinghiali selvatici dell’Ue. Al contrario, lo 0,4% dei cinghiali cacciati è risultato positivo, rappresentando il 31%.
Modalità di sorveglianza
Gli esperti dell’Efsa suggeriscono di dare priorità alla sorveglianza passiva, in particola alla ricerca e analisi delle carcasse di cinghiale, piuttosto che alla sorveglianza attiva, con l’analisi dei cinghiali cacciati per individuare i focolai di Psa. La sorveglianza passiva, e soprattutto l’osservazione dei segni clinici della malattia, rimane la modalità principale di individuazione della Psa anche negli allevamenti di suini domestici. Pertanto, gli agricoltori e i medici veterinari hanno un ruolo particolarmente importante nel segnalare eventuali casi sospetti.
Nell’ottobre 2024, l’Efsa pubblicherà un parere scientifico per rivedere i fattori di rischio per la comparsa, la diffusione e la persistenza del virus nelle popolazioni di cinghiali selvatici e nei suini domestici. Il parere servirà ai gestori del rischio per continuare a elaborare misure per prevenire, controllare ed eradicare la diffusione della malattia.
Se l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
Oppure rimani sempre aggiornato in ambito veterinario, iscrivendoti alla nostra newsletter!
POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE
16/01/2025
False ispezioni per ottenere fondi pubblici, animali maltrattati e ricerche falsificate. Coinvolti dirigenti veterinari e docenti dell’Università Magna Graecia. L’inchiesta ha portato agli...
A cura di Redazione Vet33
16/01/2025
Nuovo regolamento Ue elimina il divieto di importazione per 10 specie selvatiche tra rettili e anfibi, provenienti da Camerun, Madagascar, Guinea Equatoriale e Indonesia. Un passo avanti nel...
A cura di Redazione Vet33
16/01/2025
Il focolaio di afta epizootica nel Brandeburgo spinge Londra e diversi altri Paesi a bloccare l’import di bovini, ovini e suini tedeschi per proteggere il settore agricolo e la salute animale
A cura di Redazione Vet33
16/01/2025
L’Organizzazione Mondiale della Sanità conferma nove casi sospetti, otto dei quali mortali. Massima allerta nei Paesi confinanti, mentre il rischio globale è valutato come basso
A cura di Redazione Vet33
©2025 Edra S.p.a | www.edraspa.it | P.iva 08056040960 | Tel. 02/881841 | Sede legale: Via Spadolini, 7 - 20141 Milano (Italy)
Registrazione Tribunale di Milano n° 5578/2022 del 5/05/2022