Alert sanitari
30 Aprile 2024Da uno studio condotto dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata emerge la necessità di rafforzare la sorveglianza in tutto il Mezzogiorno. A Roma ci si prepara per l’estate con nuovi cicli di disinfestazione
Nel settembre 2022 è stato trovato in Puglia un esemplare di Anopheles (An.) maculipennis, zanzara vettore della malaria, che ha dato il via a un’indagine entomologica mirata, condotta dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata (Izspb), in collaborazione con il Reparto di Malattie Trasmesse da Vettori, Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), e il Servizio Veterinario Sanità Animale locale. A darne notizia è uno studio recentemente pubblicato.
La malaria in Italia
Nel 1970 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Who) ha dichiarato l’Italia indenne da malaria, malattia parassitaria sostenuta da protozoi del genere Plasmodium e trasmessa all’uomo da alcune specie di zanzare anofele; da allora, non sono stati registrati casi autoctoni di questa parassitosi, mentre si registrano casi di soggetti prevenienti da Paesi in cui la malattia è endemica.
La trasmissione della malattia in passato era associata alla presenza di due specie di zanzare, considerate i vettori storici: An. labranchiae e An. sacharovi; in minor misura, contribuiva anche An. superpictus (vettore secondario), prevalentemente in alcune aree del Sud Italia.
La campagna antimalarica e le successive progressive e sostanziali modifiche del territorio (riduzione e scomparsa di paesaggi retrodunali, uso di insetticidi, urbanizzazione, inquinamento) hanno determinato una progressiva riduzione e scomparsa degli habitat larvali di queste specie.
Gli studi sull’anofelismo residuo in Italia hanno evidenziato nel corso degli anni la persistenza di focolai larvali di An. labranchiae in alcune aree di diverse Regioni, comprese quelle meridionali (per lo più lungo le aree costiere); al contrario, le ultime segnalazioni della specie An. sacharovi, un tempo prevalentemente diffusa lungo la fascia Adriatica, risalgono a oltre 50 anni fa.
In seguito all’allarme destato nel 2017 da 4 casi di malaria in provincia di Taranto, in un’ottica di prevenzione della Salute Pubblica e di monitoraggio del territorio, l’Izspb in collaborazione con il Reparto di Malattie Trasmesse da Vettore dell’Iss e con altri Organismi Sanitari locali ha condotto svariate campagne di sorveglianza entomologica. Tali approfondimenti sono stati finalizzati alla valutazione della presenza delle specie di anofele nelle aree storicamente interessate, come le aree umide in provincia di Foggia e Taranto. Negli ultimi due anni, l’area di interesse ha incluso anche la provincia di Lecce, concentrando l’attenzione sui siti caratterizzati dalla presenza di oasi e riserve naturali, dove si possono creare condizioni favorevoli alla proliferazione dei vettori.
Questi studi hanno confermato anche in Puglia la presenza del principale vettore storico di malaria in Italia, An. labranchiae, seppur circoscritto a determinate nicchie ecologiche distribuite lungo la fascia costiera adriatica e ionica; più di recente, è avvenuto l’eccezionale rinvenimento di An. sacharovi lungo la costa del Salento, tra i comuni di Lecce e Otranto, che ha determinato la reintroduzione di quest’ultima specie nella fauna culicidica italiana e tra i vettori di malaria presenti in Italia.
I risultati ottenuti non devono, tuttavia, destare allarmismi, facendo ipotizzare un immediato ritorno della malaria nel nostro Paese; al contrario, devono essere considerati strategici in termini di prevenzione. L’aggiornamento in materia di anofelismo residuo permette infatti di conoscere meglio lo stato dell’arte e rappresenta un punto di partenza imprescindibile per l’elaborazione di eventuali mappe di rischio e di strategie di contenimento di tali patologie.
Inoltre, i dati ottenuti suggeriscono di non abbassare la guardia e di continuare a monitorare il territorio attraverso i consueti piani di sorveglianza di contrasto alle malattie da insetti vettori in un’ottica One-Health, così da poter intercettare precocemente eventuali situazioni a rischio e intervenire in modo mirato.
Gli ultimi ritrovamenti
Nel settembre del 2022 un unico esemplare di An. maculipennis è stato raccolto nel comune di Lecce e identificato molecolarmente come An. sacharovi. Questa rilevazione ha portato l’Izspb ad attuare nel settembre 2023 un’indagine entomologica mirata. In 6 degli 11 siti indagati sono state trovate zanzare in grado di trasmettere la malattia.
“Ogni anno vengono segnalati casi di malaria importata nei paesi europei, il rischio di introduzione del plasmodium della malaria da parte di portatori di gametociti tra i viaggiatori provenienti da Paesi endemici dovrebbe essere preso in maggiore considerazione. I nostri risultati – si legge nello studio – consentono di ripensare e costruire nuovi modelli per la previsione e l’espansione della malaria. Inoltre, per prevenire il rischio di reintroduzione della malattia, va considerata la necessità di rafforzare la sorveglianza dell’anofelismo residuo in tutto il Mezzogiorno”.
Le indagini sono state condotte concentrandosi sugli allevamenti di animali, i maneggi e potenziali siti di riproduzione della zanzara, a partire dalle aree circostanti la prima scoperta. I risultati ottenuti, per gli autori, hanno “forte rilevanza e impatto sanitario” poiché mettono in luce una maggiore “ricettività” delle aree meridionali.
Buone norme per prevenzione
Per la lotta alle zanzare, e alle malattie di cui si fanno vettore come Dengue e malaria, è fondamentalee la prevenzione. Per questo, molte città italiane si stanno preparando all’estate disponendo nuovi cicli di disinfestazione.
Nella capitale, per esempio, il Dipartimento per la Tutela ambientale, dopo aver anticipato le prime operazioni a marzo, ha predisposto un nuovo ciclo di disinfestazione, che partirà a breve dalle zone dove lo scorso anno sono stati segnalati casi di Dengue. Imminente è la pubblicazione di un’ordinanza del sindaco che regoli gli interventi. Ad essere usati saranno larvicidi biologici ad alta efficacia che verranno introdotti nelle calditoie. Ma sono essenziali anche comportamenti virtuosi da parte dei cittadini.
In particolare, i condomini sono luoghi dove stare particolarmente attenti, poiché basta un sottovaso con dell’acqua stagnante per permettere alle zanzare di deporre le uova. Così anche i contenitori lasciati all’esterno devono essere coperti, gli abbeveratoi degli animali capovolti quanto non usati, l’erba dei cortili tagliata frequentemente.
Fonte
Raele, D.A., Severini, F., Toma, L. et al. Anopheles sacharovi in Italy: first record of the historical malaria vector after over 50 years. Parasites Vectors 17, 182 (2024). https://doi.org/10.1186/s13071-024-06252-2
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