Professione
24 Aprile 2024Il presidente della Commissione istruzione del Senato, Roberto Marti (Lega), ha annunciato che dal prossimo semestre sarà possibile iscriversi liberamente alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria
Il Comitato ristretto della Commissione Istruzione del Senato ha adottato all’unanimità il testo base “per dire basta al numero chiuso” nelle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria. Così il Presidente della Commissione, il senatore Roberto Marti, ha dato la notizia della riforma del numero programmato, esprimendo “molta soddisfazione per l’adozione del testo”. È stato anche adottato il testo base che delega il Governo a riformare l’accesso universitario dall’anno accademico 2025-2026.
L’annuncio
“È stato un lavoro intenso che ha trovato la massima convergenza di tutte le forze politiche” ha dichiarato l’onorevole Marti. “L’odioso numero chiuso che abbiamo conosciuto negli ultimi 25 anni non ci sarà più. Un impegno che la Lega aveva preso in campagna elettorale. Un mandato chiaro che ha rappresentato uno stimolo anche nella decisione di assumere l’incarico di presiedere la commissione”.
“Offriremo così ai nostri ragazzi – prosegue il senatore – la possibilità di iscriversi liberamente alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria e di iniziare un percorso che gli permetterà di avere tempo e modo per orientarsi nel mondo universitario, che costituisce per ognuno una grande novità. Gli studenti avranno modo di verificare anche la propria vocazione e di dimostrare le competenze acquisite con lo studio delle discipline di base di questi corsi di laurea”.
“Finalmente – conclude il Presidente della Commissione Istruzione – non più una roulette russa: affidiamo al Governo una piena delega per restituire al Paese un sistema di buonsenso”.
Il testo base, di prossima pubblicazione, consentirà di iscriversi liberamente al primo semestre di Medicina e chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria e in Medicina veterinaria “senza passare attraverso test”. Presto verranno individuate le discipline in area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria che devono essere superate per l’ammissione al secondo semestre. Nel caso di mancata ammissione verranno riconosciuti i crediti formativi utili per potere cambiare facoltà. Le nuove norme dovrebbero scattare nel 2025, senza interessare le prove di accesso che si terranno a maggio e a luglio prossimi. La riforma dovrebbe impattare sull’anno accademico 2025-2026.
Le reazioni
“Lo stop al numero programmato dimostra ancora una volta che la cecità politica si sta ormai cronicizzando” ed è “il colpo di grazia alla formazione medica” replica Pierino Di Silverio, Segretario nazionale del maggiore sindacato dei medici ospedalieri, l’Anaao Assomed, all’adozione da parte della Commissione istruzione del Senato del testo base che elimina il numero programmato a medicina.
“Abolire il numero programmato – prosegue Di Silverio – è una soluzione miope e sintomo di assoluta mancanza di visione futura o peggio di una visione futura che porterà a una nuova pletora medica che favorirà manodopera privata a basso costo. Tutto questo in netto contrasto con le dichiarazioni del presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro della Salute sulla difesa del Ssn”.
“In Italia esiste il numero programmato e invece di investire in programmazione si aprono le porte a 70.000 giovanissimi studenti, confondendo il diritto allo studio con il diritto all’iscrizione alla Facoltà. Ma non resteremo in silenzio. Chiameremo a raccolta tutti gli studenti e gli specializzandi, tutta la categoria – annuncia Di Silverio – promuovendo raccolta firme e manifestazioni in tutta Italia affinché tutti abbiano la consapevolezza che questo è il colpo di grazia alla formazione medica, alla professione e soprattutto al sistema di cure pubblico”.
Anche dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) si sono detti “nettamente contrari” allo stop.
Così ha dichiarato il presidente Filippo Anelli: “Non è assolutamente una norma di buon senso: eliminare il numero chiuso a Medicina significa che fra dieci anni, il tempo necessario per formare un medico, avremo una pletora di laureati che non avranno possibilità di trovare un posto di lavoro come medici. Produrremo solo dei disoccupati”.
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