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18 Aprile 2024 Un rapporto dell’Efsa dimostra che i pesci allevati e consumati più comunemente nell’Unione sono indenni da parassiti che possono infettare l’uomo. Ci sono però stati alcuni casi di parassiti trovati nel pesce allevato in mare che rendono necessari ulteriori studi
Un nuovo parere pubblicato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) dimostra che non vi sono prove di infezione da parassiti zoonotici nella maggior parte dei pesci allevati in sistemi di acquacoltura a ricircolo (Sar). Il salmone atlantico, la trota iridea, l’orata, il rombo, il moscardino, l’ippoglosso atlantico, la carpa comune e il pesce gatto europeo possono essere consumati senza alcuna preoccupazione.
Lo studio
Un parere scientifico pubblicato dall’Efsa ha valutato i dati provenienti dall’area Ue/Efta e i nuovi metodi per individuare ed eliminare i parassiti dai pesci. Sebbene limitati, i dati indicano che molte specie di pesci d’allevamento destinate al mercato – il salmone atlantico, la trota iridea, l’orata, il rombo, il moscardino, l’ippoglosso atlantico, la carpa e il pesce gatto europeo – sono indenni da infezioni da parassiti.
Tuttavia, il ritrovamento di parassiti come l’Anisakis in spigole europee, tonno rosso dell’Atlantico, merluzzo e tinca, allevati in gabbie aperte in mare aperto o in bacini a flusso continuo, rende necessarie ulteriori analisi.
Lo studio riporta che i pesci allevati in sistemi chiusi di acquacoltura a ricircolo di acqua filtrata e mangime trattato termicamente sono quasi sicuramente indenni.
Gli esperti dell’Efsa necessitano di ulteriori dati per stimare la prevalenza di parassiti specifici nelle specie ittiche selezionate, nei vari sistemi di allevamento e nelle zone di produzione dell’area studiata, e per poter fornire un quadro completo delle varie combinazioni tra le principali specie ittiche d’allevamento e i loro parassiti.
Nuovi metodi contro i parassiti
Gli esperti hanno valutato nuovi metodi per individuare i parassiti zoonotici nei prodotti della pesca, come metodologie a scansione UV e metodologie ottiche, molecolari e omiche.
Inoltre, sono stati esaminati metodi per inattivare tali parassiti. Il congelamento e il riscaldamento rimangono i più efficaci per eliminarli. La ricerca in corso sta anche sondando l’efficacia di altre tecniche come la lavorazione ad alta pressione, il campo elettrico pulsato, l’essiccazione ad aria, la salatura a secco, la doppia salatura e l’uso di prodotti naturali.
Prossime tappe
Entro la fine dell’anno gli esperti dell’Efsa determineranno se e quali specie ittiche selvatiche provenienti da specifiche aree di pesca rappresentino un rischio per la salute pubblica a causa della presenza di parassiti zoonotici.
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