Cambiamento climatico
11 Aprile 2024 Il Presidente della Regione Renato Schifani dopo le interlocuzioni con il Ministro della Protezione civile Nello Musumeci ha istituito una cabina di regia per affrontare la situazione di emergenza. Acqua razionata per quasi un milione di persone
La siccità che ha da mesi ha colpito la Sicilia ha raggiunto livelli estremamente critici, richiedendo azioni immediate e coordinate. Per affrontare l’emergenza idrica la Regione ha istituito una Cabina di Regia per l’emergenza idrica presso Palazzo d’Orleans, che si è insediata mercoledì 10 aprile. La decisione è stata presa dalla giunta su iniziativa del presidente Renato Schifani, con l’obiettivo di affrontare la crisi siccità con un approccio più efficiente.
La Cabina di Regia
La struttura è guidata dallo stesso governatore e coordinata dal capo della Protezione civile siciliana, Salvo Cocina. Erano presenti anche gli assessori all’Agricoltura, Luca Sammartino, e all’Energia, Roberto Di Mauro.
“È una struttura operativa e snella – ha detto il presidente Schifani – che dovrà individuare e coordinare interventi rapidi e concreti contro l’emergenza siccità: un organismo che unisce le competenze accademiche e scientifiche che servono per individuare ogni possibile soluzione e quelle tecniche per attuarle nel modo più efficace e veloce possibile. Monitoriamo costantemente la situazione, nella consapevolezza che il perdurare della mancanza di precipitazioni richieda risposte urgenti. Abbiamo già avviato una proficua interlocuzione con la Protezione civile nazionale che ci ha indicato gli interventi finanziabili per far fronte al contesto emergenziale estivo. Si partirà dalla rigenerazione dei pozzi esistenti a cura della Protezione civile e si proseguirà percorrendo tutte le strade possibili”.
Della cabina di regia fanno parte anche il dirigente generale del dipartimento regionale Tecnico Duilio Alongi; l’avvocato generale della Regione Giovanni Bologna; Mario Cassarà del dipartimento regionale Acqua e rifiuti; Antonino Granata dell’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia; Giorgio Domenico Micale, professore ordinario di Teorie dello sviluppo dei processi chimici del dipartimento di Ingegneria dell’Università di Palermo; Mario Rosario Mazzola, già professore ordinario di Costruzioni idrauliche presso l’Università di Palermo, attualmente presidente della fondazione Utilitatis e componente del Consiglio superiore dei lavori pubblici; Enrico Foti, ordinario di Idraulica dell’Università di Catania; Salvatore Barbagallo, professore ordinario di Idraulica agraria dell’Università di Catania; Salvatore Sammartano, capo di gabinetto del presidente della Regione.
Gli interventi necessari
La Protezione civile nazionale ha già indicato gli interventi immediatamente finanziabili per far fronte al contesto emergenziale: dai piani di distribuzione con le autobotti ai serbatoi e accumuli temporanei, dagli impianti di pompaggio supplementari alla rigenerazione di pozzi o alla realizzazione di nuovi pozzi e sorgenti, dai by-pass e dalle interconnessioni tra le reti idriche esistenti alla risagomatura degli alvei per convogliare l’acqua verso le prese, oltre agli impianti temporanei per il trattamento e il recupero.
Tutto questo dopo che a febbraio la Regione ha dichiarato lo stato di calamità per la siccità e nelle scorse settimane è stato approvato un piano di razionamento dell’acqua che coinvolge quasi un milione di persone, un quinto della popolazione dell’isola. Il piano prevede la riduzione forzata di forniture d’acqua potabile (tra il 10% e il 45%) da parte di Siciliacque, la società che gestisce le reti idriche dell’isola, in 93 Comuni nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo e Trapani.
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