Cambiamento climatico
22 Febbraio 2024 Dopo la Sicilia, anche la Regione Piemonte ha avviato l’iter per chiedere al Governo nazionale lo stato di calamità naturale a causa della siccità che da mesi colpisce il suo territorio. Molte le aziende vinicole che hanno registrato importanti cali nella produzione e ora si trovano in difficoltà
La Regione Piemonte ha chiesto il riconoscimento dello stato di calamità naturale a causa della siccità che da mesi colpisce il suo territorio, provocando grandi difficoltà per alcuni settori dell’agricoltura, come quello vitivinicolo.
La situazione
Come ha fatto la Sicilia due settimane fa, anche la Regione Piemonte ha avviato l’iter per chiedere al Governo lo stato di calamità naturale a causa della siccità che da mesi colpisce il suo territorio. L’annuncio è stato dato alla fine dell’incontro tra la Regione e i principali rappresentanti del settore vitivinicolo piemontese, tra cui Vignaioli Piemontesi, Piemonte Land of wine, Associazione dei Comuni del Moscato e alcune cantine sociali.
“La siccità sta creando difficoltà alla produzione dei nostri vini con molte aziende che registrano importanti cali nella produzione” ha spiegato Alberto Cirio, Presidente della Regione. “Per questo la Regione ha stabilito di chiedere al Ministero dell’Agricoltura la dichiarazione dello stato di calamità”.
Se in Sicilia è da almeno 8 mesi che mancano piogge significative, nel Nord Italia la situazione non è migliore. In Piemonte, l’assenza di acqua ha iniziato a gravare pesantemente sul settore dell’agricoltura, e in particolare su quello vitivinicolo. A Torino, infatti, le temperature superano di 1,7°C quelle stagionali e le piogge sono scarsissime, ridotte di oltre il 25% rispetto alle frequenze passate dello stesso periodo. Un segno evidente di questa situazione è il fiume Po, la cui portata si è ampiamente dimezzata, seguito da fiumi minori come il Tanaro e il Sesia, che hanno visto anch’essi la loro portata dimezzarsi.
Secondo le associazioni di settore, si tratta di una siccità sempre più dannosa poiché, da almeno due anni, causa una riduzione consistente delle rese e di conseguenza una riduzione del reddito per le aziende stesse.
Arpa Piemonte, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, è arrivata addirittura a ipotizzare che, di questo passo, si arriverà a un necessario razionamento dell’acqua. Nonostante le precipitazioni dei primi giorni di febbraio abbiano leggermente migliorato la situazione, resta la preoccupazione per un’evidente condizione emergenziale. L’unico sollievo arriva dalla notizia diffusa dalle principali agenzie metereologiche riguardo alla possibilità dell’arrivo di un ciclone per la fine di febbraio, che sarà localizzato al Nord con piogge e qualche nevicata sopra i 1300 metri di quota.
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