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Animali da Compagnia

09 Giugno 2023

Pet food, il piatto piange. Mentre il biodiesel spicca il volo

Una nuova ricerca realizzata dal gruppo Transport & Environment evidenzia come oltre il 50% dei grassi animali sia oggi appannaggio dei biocarburanti, sottraendo un ingrediente fondamentale al pet food.


Pet food, il piatto piange.  Mentre il biodiesel spicca il volo

Biocarburanti e grassi animali, nessuna tregua per il pet food. L’allarme lanciato mesi fa, non è stato messo a tacere.

Come sottolineato infatti da un recente report dalla compagnia Transport & Environment, oggi quasi la metà di tutti i grassi animali europei è destinata alla produzione di biodiesel.

E gli incentivi concessi alle compagnie aeree perché - nell’ottica di una riconversione ecologica - ricorrano al biodiesel, non fa certo ben sperare per il futuro. In prospettiva, infatti, si prevede che la domanda di biocarburante ottenuto da sottoprodotti animali triplichi entro il 2030.  

A farne le spese, in larga misura, sarà sempre di più il pet food cui verranno sottratte quote sempre più ingenti di grassi animali di tipo 3.

Per comprendere bene i termini del problema, è d’obbligo una precisazione: mentre qualsiasi grasso animale può essere utilizzato per produrre biocarburanti, per alimentare con prodotti sicuri e nutrienti i quasi 20 milioni di cani e gatti presenti in Italia, invece, si possono utilizzare solamente i grassi animali di categoria 3, insostituibili nelle preparazioni alimentari. Le altre categorie (1 e 2), che non soddisfano gli standard necessari per essere utilizzati nel pet food per motivi di sicurezza sanitaria, possono invece tranquillamente essere impiegati nel trasporto.  

I grassi animali di categoria 3 sono ingredienti veramente preziosi per noi, sono una risorsa scarsa e difficile da sostituire. Inoltre, sono impiegati in maniera sostenibile nel rispetto del principio dell’utilizzo a cascata delle risorse” ha commentato Giorgio Massoni, Presidente di Assalco, l’Associazione di categoria dei produttori e distributori di alimenti e prodotti per la cura degli animali da compagnia.“Pertanto, in realtà, bruciare questi grassi animali di categoria 3, di valore per il pet food, è una scelta non sostenibile.”  

La disponibilità di animali, o di grasso animale di categoria 3, non è infinita” ha affermato Carlo Tritto, policy officer di Transport & Environment Italia. “Queste materie prime sono scarse e indispensabili in altre industrie, come quella del pet food. Pertanto, se compare una massiccia domanda supplementare, come in questo caso da parte dell’aviazione, impiegarle per la produzione di biocarburanti non è una soluzione scalabile né tanto meno sostenibile, in quanto spinge i settori dei mangimi all’uso di alternative assolutamente negative dal punto di vista ambientale e climatico. E’ semplicemente greenwashing legato ai biocarburanti e con incentivi economici”.   

TAG: ASSALCO, BIOCARBURANTI, BIODIESEL, GRASSI ANIMALI, PET FOOD, TRANSPORT&ENVIROMENT

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