Cani
27 Marzo 2023 Anomalie nella connettività neuronale potrebbero spiegare gli stati d’ansia del cane. Lo studio belga su amigdala, talamo, lobo frontale e ippocampo.
L'ansia è una malattia comune nei disturbi psichiatrici umani ed è stata anche descritta come un problema neuropsichiatrico frequente nei cani. Studi di neuroimaging umano hanno mostrato che reti cerebrali con anomalie funzionali potrebbero essere coinvolte nell'ansia. In questo studio di matrice belga, si è ipotizzato che anche nei cani ansiosi si possa trovare una connettività neurale regionale anormale simile a quella degli esseri umani. Per verificare questa ipotesi, si è eseguita una risonanza magnetica funzionale (rs-fMRI) allo stato di riposo su 25 cani sani e su 13 con disturbi ansiosi. Per la valutazione dei sintomi correlati allo stato ansioso si è fatto ricorso al Canine Behavioral Assessment & Research Questionnaire.
A questo scopo si sono costruite reti cerebrali funzionali e si è utilizzata la teoria dei grafi per confrontare le differenze tra i due gruppi. Nella topologia della rete globale non sono state rilevate differenze significative. Invece, limitatamente al circuito dell'ansia, la situazione mutava significativamente, in quanto nei tredici cani ansiosi l'efficienza globale e l'efficienza locale erano significativamente più elevate, e la lunghezza caratteristica del percorso era decisamente inferiore nell'amigdala nei pazienti. Nello specifico è stata rilevata una maggiore connettività tra amigdala-ippocampo, amigdala-mesencefalo, amigdala-talamo, lobo frontale-ippocampo, lobo frontale-talamo e ippocampo-talamo, tutti parte del circuito dell'ansia. Sono risultate significative anche le correlazioni tra metriche di rete e sintomi di ansia. Le misure di rete alterate nell'amigdala, per esempio, erano correlate con la paura e l'eccitabilità connesse ad una minaccia esterna; il grado alterato nell'ippocampo era correlato all'attaccamento/ricerca di attenzione; mentre la funzione anormale del lobo frontale era correlata all'inseguimento e all'aggressività. Alla luce di queste evidenze si è concluso che - sebbene siano ancora necessarie ulteriori ricerche - la rs-fMRI potrebbe fornire utili informazioni diagnostiche per l'ansia nei cani. In futuro, si potrebbe indagare pure il potenziale di rs-fMRI come strumento diagnostico per la risposta al trattamento, come trattamenti farmacologici o trattamenti di modulazione neurale come rTMS.
Network analysis reveals abnormal functional brain circuitry in anxious dogs - https://doi.org/10.1371/journal.pone.0282087
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