Cani
22 Luglio 2022 Individuata una connessione diretta tra il bulbo olfattivo del cane e il lobo occipitale, area cerebrale in cui vengono elaborati gli stimoli visivi.
Che l’olfatto del cane sia incomparabilmente più sensibile di quello di tante altre specie animali è un dato di fatto. Tuttavia, su di esso rimane ancora tanto da scoprire. Di recente uno studio realizzato da un team di ricercatori statunitensi e pubblicato sul Journal of Neuroscience, ha mappato le connessioni del bulbo olfattivo con altre regioni corticali del cervello. A questo scopo è stata valutata una coorte di circa 20 cani mesocefali di sesso misto, effettuando una risonanza magnetica con tensore di diffusione (DTI). Per la validazione degli esiti si è fatto ricorso alla metodica di dissezione di Klingler. Si è così identificato un’ampia rete composta da cinque tratti di sostanza bianca collegati al lobo occipitale, al tratto spinale corticale, al sistema limbico, al lobo piriforme e alla corteccia entorinale. Di fatto si tratterebbe della prima documentazione, in qualsiasi specie, di una connessione diretta tra bulbo olfattivo e lobo occipitale. E potrebbe fornire una spiegazione del ruolo che gli stimoli olfattivi giocano nell’ambito della funzione cognitiva del cane.
Come riporta il Cornell Chronicle, così Pip Johnson, assistant professor nel Department of Clinical Sciences del College of Veterinary Medicine e autore senior dello studiom ha commentato: "In nessuna specie era mai stata individuata questa connessione tra il naso e il lobo occipitale, ovvero, da un punto di vista funzionale, la corteccia visiva nei cani. Mentre l’uomo, entrando in una stanza si serve della vista per orientarsi e localizzare gli oggetti, per i cani – secondo quanto emerge da questo studio – la conoscenza dell’ambiente circostante e la capacità di orizzontarsi in esso, sono strettamente correlati all’olfatto. Johnson ha pure sottolineato che questa scoperta corrobora le sue esperienze cliniche con cani ciechi, che sono in grado di “giocare e muoversi nell'ambiente molto meglio degli umani con le stesse condizioni”. Pertanto, ha concluso il ricercatore, “sapere dell’esistenza di questa connessione tra le due aree cerebrali potrebbe essere estremamente confortante per i proprietari di cani con malattie degli occhi incurabili".
Extensive Connections of the Canine Olfactory Pathway Revealed by Tractography and Dissection Erica F. Andrews, Raluca Pascalau, Alexandra Horowitz, Gillian M. Lawrence and Philippa J. Johnson Journal of Neuroscience 11 July 2022, JN-RM-2355-21; DOI: https://doi.org/10.1523/JNEUROSCI.2355-21.2022
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