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09 Luglio 2024

Cardiopatie congenite nel cane e nel gatto, un approccio clinico efficace

Dall’anamnesi all’esame clinico, una guida completa sugli strumenti fondamentali per diagnosticare precocemente e gestire le malattie cardiache congenite nei giovani pazienti, migliorando le loro prospettive di salute


Cardiopatie congenite nel cane e nel gatto, un approccio clinico efficace

Dopo aver trattato i meccanismi genetici delle diverse cardiopatie congenite (CHD) e la loro classificazione, il dottor Claudio Bussadori approfondisce la gestione clinica di tali patologie. La diagnosi precoce di un difetto cardiaco, infatti, consente ai medici veterinari di anticipare e prevenire eventuali esiti negativi, come l’insufficienza cardiaca e l’ipertensione polmonare.

Ma come va eseguita l’anamnesi? Come effettuare un esame clinico completo? La risposta a queste domande è nel volume Trattato di medicina cardiovascolare nel cane e nel gatto, a cura di Danitza Pradelli.

L’esame clinico completo
L’esame clinico completo è fondamentale per giungere a una diagnosi e stabilire un protocollo terapeutico adeguato. Il primo obiettivo è individuare se il paziente presenta un’anomalia cardiaca congenita; quindi si dovrà identificare la lesione e le eventuali alterazioni concomitanti e infine stabilire la gravità dei difetti e le conseguenze emodinamiche.
Un’anamnesi accurata e un esame clinico completo consentiranno di avanzare il sospetto diagnostico per la maggior parte delle CHD. L’esatta identificazione del difetto e la valutazione del suo impatto clinico richiedono necessariamente un esame ecocardiografico, mentre il cateterismo cardiaco, la tomografia computerizzata cardiaca (CT) o la risonanza magnetica cardiaca (CMR) possono essere utili nel caso di anomalie complesse e/o connessioni vascolari anomale. 

Anamnesi
L’anamnesi è il primo elemento dell’iter diagnostico da considerare. L’età pediatrica comprende cuccioli di razze toy e gattini di età inferiore o uguale a 6 mesi e inferiore o uguale a 1 anno per cani di taglia grande. 
Le CHD sono le più comuni affezioni cardiache riscontrate in soggetti di età inferiore a un anno e, in particolare nel cane, è stata evidenziata una relazione tra il tipo di CHD e alcune razze. È stata inoltre segnalata una predisposizione legata al sesso, come per esempio il dotto arterioso pervio (PDA, Patent Ductus Arteriosus), più comune nelle femmine, o la displasia delle valvole atrioventricolari, più frequente nei maschi. Anche un’anamnesi familiare accurata è importante per stabilire una possibile base ereditaria.
Sebbene la maggior parte delle anomalie congenite vengano diagnosticate nel paziente pediatrico, alcune si rendono evidenti solo in età adulta: ciò accade se i difetti non sono gravi e consentono ai soggetti portatori di rimanere asintomatici per molti anni o per tutta la vita.
I gatti giovani possono avere malattie cardiache strutturali comunemente riscontrate nei gatti adulti, come la cardiomiopatia ipertrofica. In molti casi il paziente è asintomatico e la CHD viene identificata al momento della prima visita vaccinale; in altri casi invece possono comparire segni riferibili a insufficienza cardiaca sinistra o destra.
Dispnea, astenia, tosse e sincope in un animale giovane dovrebbero indurre a considerare nell’iter diagnostico una CHD. 
Un ridotto accrescimento, inferiore a quello del resto della cucciolata, è solitamente suggestivo di CHD gravi, in cui è presente shunt destro-sinistro (per esempio, ampi difetti del setto, PDA inverso, ToF). In particolare, nel cane con PDA inverso è possibile rilevare debolezza degli arti posteriori.
La sincope è comune nei cani con stenosi subaortica (SAS) e aritmie cardiache gravi. Nei gatti con displasia della valvola mitrale sono stati segnalati segni di tromboembolia arteriosa (debolezza o assenza di polsi femorali e paralisi degli arti posteriori).

Identificare un difetto cardiaco 
L’esame obiettivo particolare dell’apparato cardiovascolare anche negli animali giovani deve includere l’ispezione e la palpazione dell’area cardiaca, la valutazione dei polsi arteriosi femorali e dell’addome e, soprattutto, l’auscultazione del torace e dell’area cardiaca, poiché la maggior parte delle alterazioni cardiostrutturali si manifestano con un soffio. L’auscultazione del cuore nei cuccioli deve essere eseguita in una stanza tranquilla e su tutti i focolai di auscultazione delle diverse valvole. L’auscultazione deve essere effettuata anche all’ingresso del torace, alla base del collo, a destra e a sinistra senza trascurare la regione parasternale per non trascurare la possibilità di individuare soffi a localizzazione atipica. Le caratteristiche specifiche del torace degli animali giovani e la loro elevata frequenza cardiaca possono modificare le modalità standard per l’auscultazione utilizzate negli adulti: la posizione dell’apice cardiaco può condizionare il punto di massima intensità del soffio; i suoni intensi possono avere aree di irradiazione più ampie; alcuni soffi possono progressivamente ridursi di intensità nel tempo, a causa dello sviluppo graduale di ipertensione polmonare. L’auscultazione dei singoli focolai valvolari può risultare difficile nel gatto e nel cane di piccola taglia, a causa delle dimensioni ridotte del torace. Inoltre, nel gatto i soffi cardiaci si percepiscono meglio e più intensi in prossimità dei margini sternali. Pertanto, si consiglia l’impiego di un fonendoscopio pediatrico che consente, grazie a un’auscultazione toracica più rigorosa di rilevare e caratterizzare al meglio tutti i soffi cardiaci.

Per approfondire, leggi il volume Trattato di medicina cardiovascolare nel cane e nel gatto.

A cura di Grazia Lapaglia

CITATI: CLAUDIO BUSSADORI, DANITZA PRADELLI
TAG: CANE, CARDIOPATIE CONGENITE, CHD, DIAGNOSTICA CARDIOVASCOLARE, GATTO

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