Cani
04 Luglio 2023 Approccio strutturato su tre asset: nutraceutico, farmacologico e comportamentale. Lo studio effettuato su un Lagotto romagnolo protagonista di reiterati episodi di aggressione.
La storia che ha fornito supporto a un team di ricercatori è quella di un Lagotto romagnolo castrato di 4 anni, che in diverse situazioni aveva aggredito la mamma anziana della sua proprietaria.
Il quesito di base, che ha informato il progetto, riguardava quale approccio terapeutico adottare al cospetto di un cane aggressivo.
Le disfunzioni comportamentali nei cani, infatti, rappresentano un problema critico della relazione uomo-animale. In particolare, l'aggressività può rendere piuttosto complicata la convivenza interspecifica all'interno dei nuclei familiari, esponendo così tutti i componenti a maggiori rischi per la salute.
Il caso del Lagotto romagnolo
Dopo la diagnosi, per minimizzare il più possibile l'impulsività e i comportamenti ansiosi del paziente e migliorare il suo rapporto con la famiglia adottiva, il team ha scelto di adottare un approccio interdisciplinare, che si avvalesse di personale qualificato specifico, tra cui un veterinario comportamentalista e un istruttore cinofilo riabilitativo, in associazione a un trattamento farmacologico e nutraceutico.
Per la precisione, al paziente sono state somministrate α-s1 casozepina e fluoxetina per 9 mesi.
Quindici giorni dopo il trattamento l'istruttore cinofilo ha iniziato il programma riabilitativo, con l’obiettivo di ridurre l'impulsività e migliorare il benessere del lagotto, permettendogli così di instaurare interazioni collaborative, di affiliazione, sociali, esplorative e di scouting con entrambi le proprietarie.
Le sedute di terapia comportamentale erano settimanali all'inizio (3 mesi), diventando quindicinali nella fase intermedia (3 mesi) a casa del cane.
Negli ultimi tre mesi i proprietari hanno continuato a svolgere da soli le attività e le routine apprese durante la riabilitazione.
Al termine del trattamento (farmacologico con fluoxetina e α-CZP, attuato con un programma di recupero comportamentale), i proprietari hanno riportato una significativa riduzione degli eventi di aggressione in termini di intensità e frequenza.
Lo studio, pertanto, potrebbe aprire la strada all'uso clinico di un tale composto nutraceutico per un regime a lungo termine come aggiunta alla terapia convenzionale per affrontare l'aggressività e garantire il benessere degli animali domestici.
Combining α-s1 Casozepine and Fluoxetine Treatment with a Behavioral Therapy Improves Symptoms in an Aggressive Dog: An Italian Case Report by Luigi Sacchettino, Viviana Orsola Giuliano, Luigi Avallone, Francesco Napolitano, and Danila d’Angelo https://www.mdpi.com/2306-7381/10/7/435
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