Professione
01 Dicembre 2022 Normare il ricorso alla telemedicina veterinaria, con l’ausilio di apposite linee guida. Ancora inascoltata dal Ministero della Salute la proposta avanzata da FNOVI nel 2020. Il tema verrà riproposto al nuovo ministro.
Telemedicina, ovvero medicina a distanza. E in quel prefisso è contenuto di tutto: fascinazione per una prestazione che travalica una relazione in presenza, ma anche diffidenza per l’assenza di un contatto fisico. Probabilmente la medesima attrazione perturbante (e un po’ sospetta) che in passato devono aver generato al loro esordio il telegrafo o la televisione. Poi è arrivata la pandemia e sulla telemedicina c’è stata un’accelerazione: le esigenze inedite sorte in quel frangente, infatti, hanno in un certo senso sdoganato molte prestazioni a distanza, rinfocolando e accelerando l’interesse per le tele- attività ed evidenziandone le potenzialità. E ciò è accaduto anche per la veterinaria, un settore in cui il ricorso alla telemedicina durante il lockdown è stato importante. Come riconosciuto dalla stessa FNOVI che – a marzo 2020- ammetteva che “la telemedicina è una possibile modalità di gestione del paziente che utilizza le possibilità, sempre maggiori, delle tecnologie digitali”. Una risorsa, insomma, cui poter ricorrere in particolari circostanze (come il Covid-19, appunto) che possono “richiedere l'utilizzo delle tecnologie digitali”. Ma, attenzione, una risorsa solo di supporto, che non può “sostituire la visita” e che deve essere regolamentata.
Telemedicina veterinaria, ci sono novità?
Oggi, due anni dopo, guardando ai lasciti della pandemia, viene spontaneo chiedersi – in un contesto socio-sanitario mutato – se ci siano state evoluzioni sul tema e se (e in che misura) l’esperienza pandemica abbia aperto nuovi scenari normativi sulla telemedicina veterinaria, come in passato auspicato dalla Federazione. Purtroppo – come emerge dalla dichiarazione rilasciataci dal presidente Gaetano Penocchio - nulla finora si è mosso. “Successivamente alle indicazioni fornite durante la pandemia – ci spiega infatti il presidente- Fnovi ha istituito un Gruppo di lavoro nel luglio 2020 che ha realizzato Le linee guida, costituite da una parte generale e da due sezioni distinte, in considerazione delle grandi differenze: una dedicata alle prestazioni agli animali DPA e una agli animali da compagnia e poi pubblicate su 30giorni.
L’introduzione recita: La telemedicina prima che “tele” è medicina con tutto quello che ne consegue in termini di responsabilità professionale per gli aspetti etici, deontologici e giuridici. Fnovi ha quindi deciso di redigere questo documento con una duplice finalità: fornire linee di indirizzo ai medici veterinari e al contempo sollecitare il legislatore”.
L’invio al Ministero
“Il documento – continua Penocchio- è stato inviato alla DGSAF per condivisione e approvazione, ma senza alcuna risposta. Anche nel corso dell’incontro con Roberto Speranza, ai tempi ministro della salute, svolto proprio un anno fa, fu ricordata l’opportunità di ricevere un parere che ad oggi non è mai arrivato. La posizione Fnovi sulla telemedicina, come pure quello della FVE , è chiara: l’uso della tecnologia a supporto delle attività medico veterinarie è una realtà che va regolamentata a tutela della salute pubblica e di tutti i soggetti coinvolti.
Manca una normativa specifica per la medicina veterinaria e sarà uno dei temi che saranno portati all’attenzione del nuovo ministro della salute.
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