Professione
15 Novembre 2023 Fnovi ha chiarito alcuni punti sul proprio sistema di aggiornamento professionale, dopo il dibattito che si è acceso a partire da un’intervista della Vicepresidente Daniela Mulas. Anche Anmvi è intervenuta sulla questione
Nel 2020 Fnovi ha creato un sistema di Sviluppo Professionale Continuo (Spc) – come ha precisato in una nota – con l’obiettivo di riconoscere e valorizzare le attività formative non accreditate Ecm e aumentare l’offerta formativa accreditata destinata ai liberi professionisti.
Il sistema Spc, “improntato alla massima semplificazione” e “senza i vincoli e la rigidità legati all’Ecm” non si sovrappone ma è complementare alla formazione Ecm, integrandola ai fini delle valutazioni di assolvimento dell’obbligo deontologico di aggiornamento professionale; i crediti Spc ed Ecm hanno lo stesso identico valore.
L’unica differenza riguarda i destinatari della formazione: mentre al personale del Ssn è richiesto di assolvere il debito formativo nel sistema Ecm, i medici veterinari liberi professionisti possono attingere anche al sistema Spc.
Daniela Mulas, vicepresidente Fnovi e componente della Commissione nazionale Ecm, in un’intervista ha parlato del suo prossimo impegno per semplificare il sistema Ecm e di nuovi strumenti, ricordando la necessità per tutto il personale sanitario, medici veterinari compresi, di raccogliere i crediti Ecm richiesti (almeno 150) entro il 31 dicembre, poiché non saranno concesse ulteriori proroghe al periodo formativo 2020-2022.
Alcuni virgolettati dell’intervista hanno lasciato intendere l’esistenza di un gap di formazione dei medici veterinari rispetto agli altri professionisti sanitari, innescando così un acceso dibattito sui crediti formativi.
Anche Anmvi è intervenuta sulla questione, puntualizzando la validità legale dei crediti Spc e sottolineando l’impegno dei Medici Veterinari all’aggiornamento permanente, ribadendo che non vi sia alcun gap formativo di questi rispetto ad altre professioni sanitarie.
Per Anmvi, infatti, affermare che i Medici Veterinari abbiamo un gap da colmare “danneggia la loro immagine e offende quell’orgoglio scientifico e professionale che gli stessi possono a buon diritto vantare nella comunità scientifica, medica e professionale del panorama sanitario italiano e internazionale”.
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